Ora legale per sempre

L’idea che l’ora legale diventi permanente è una cosa spesso sento e mi viene in mente. Scopro che sono state raccolte centinaia di migliaia di firme e che l’iter è partito davvero.

Se ti interessa capire cosa sta succedendo e perché tutto questo sta prendendo forma, ti consiglio di leggere l’articolo originale.


Leggi articolo completo su Il Sole24Ore qui

The Pitt

Ho finito ieri la prima stagione di The Pitt su Sky e continuo a pensare che Noah Wyle abbia quella naturalezza da medico che già aveva in ER. Ok, ho la passione per i medical drama. Questo si stacca dal più patinato dei medical drama, parlo di Grey’s Anatomy. Noah sembra nato per recitare nei medical drama. In certe scene sembra davvero qualcuno che ha passato una vita in corsia. Il realismo della serie è la cosa che mi ha colpito di più: asciutto, diretto, senza trucco. La scena del parto, ad esempio, è girata con una realismo quasi spiazzante.

E poi c’è Taylor Cranston, che porta una presenza limpida e istintiva, sempre credibile anche nei momenti più tesi. Il suo personaggio è pazzesco, il modo di camminare e parlare. The Pitt é una combinazione strana riuscita bene: attori giusti, regia che non invade, storie che sembrano succedere davvero. E poi ho sempre questa sensazione, quando non percepisci la recitazione negli attori significa che sono entrati davvero in quel personaggio. Non stanno fingendo. In The Pitt sono davvero tutti bravi a diventare quello che vedi.

Instagram da seguire

Rob Pointon è un pittore britannico nato nel 1982 e specializzato nel plein air. Lavora con prospettive multiple e scorci urbani in movimento, ritraendo città, acqua e luce con uno stile dinamico e immediato. Membro del Royal Institute of Oil Painters, vive nel Cheshire e viaggia spesso per dipingere dal vero. Il suo lavoro unisce tecnica classica ed energia contemporanea.

Instagram: https://www.instagram.com/robpointonartist

Realizzare un podcast (ma non solo) in pochi minuti

Sto facendo dei test con NotebokLM di Google, la parte dove realizza podcast e anche video, il risultato non mi pare per nulla male. Metto sia il podcast che il video. Ancor di più se valuto i tempi di realizzazione. Puoi ascoltare qui sotto il podcast audio e vedere il video, realizzato con NotebookLM! Si basano su un’intervista al Dr. John Gartner dal canale YouTube Times Radio, dove il medico discute la diagnosi di narcisismo maligno e i segni di demenza in Donald Trump. Trovi il video originale qui. In pratica ho dato in pasto il video e chiesto alcune cose e poi ho premuto due tasti.

Frankenstein è stato il film in lingua inglese più visto su Netflix in 72 paesi, secondo i dati raccolti dal 3 al 9 novembre. Parliamo di oltre 29 milioni di visualizzazioni , per quasi 74 milioni di ore di visione

vietato ai minori


Dal oggi 12 novembre 2025 entra in vigore l’obbligo per 48 piattaforme pornografiche accessibili dall’Italia di introdurre un sistema di verifica dell’età. È la fine del semplice clic per autocertificare la maggiore età. La decisione dell’AGCOM, prevista dal Decreto Caivano, punta a ridurre l’esposizione precoce dei minori a contenuti pornografici, un fenomeno che inizia già tra gli 11 e i 13 anni. Tra i siti coinvolti ci sono Pornhub, YouPorn, OnlyFans e Xvideos.

Il nuovo sistema si basa su un meccanismo di “doppio anonimato”: un soggetto terzo certificato verifica l’età dell’utente senza sapere a quale sito accederà, mentre le piattaforme ricevono solo la conferma che si tratta di un maggiorenne. Non sarà necessario usare SPID o CIE per accedere, ma solo per ottenere la certificazione. Da computer si verrà reindirizzati a un portale esterno, da smartphone servirà un’app dedicata. OnlyFans ha già adottato il sistema Yoti, che usa intelligenza artificiale e documenti d’identità, mentre Bang.com ha deciso di bloccare l’accesso dall’Italia.

Chi non si adegua rischia multe fino a 250.000 euro e il blocco del sito. L’AGCOM testerà anche una futura app europea per la verifica dell’età, prevista per la fine del 2026. In prospettiva, la misura potrà estendersi a gioco d’azzardo, alcol e contenuti violenti.

Grace Van Patten

Grace Van Patten è nata a New York il 21 novembre 1996, figlia del regista Tim Van Patten e nipote dell’attore Dick Van Patten. Cresciuta in una famiglia immersa nel cinema, debutta a otto anni ne I Soprano e costruisce la sua carriera tra cinema indipendente e serie tv di successo. È nota per Tramps, The Meyerowitz Stories, Nine Perfect Strangers e Tell Me Lies, dove interpreta ruoli complessi e introspettivi.

Nel 2025 è protagonista di The Twisted Tale of Amanda Knox, una serie ispirata al celebre caso giudiziario, in cui interpreta Amanda Knox, confermando la sua capacità di affrontare personaggi reali e psicologicamente intensi. Vive tra New York e Los Angeles, ama il surf e la pittura. È stata legata all’attore Nat Wolff. Discreta, preferisce lasciare che a parlare siano i suoi personaggi.

ChatGPT condannato per i testi musicali

Il tribunale di Monaco ha stabilito che OpenAI ha violato la legge tedesca sul diritto d’autore per aver utilizzato testi di canzoni senza licenza nel training di ChatGPT. La sentenza, chiesta da GEMA, l’ente che rappresenta oltre novantacinquemila autori tedeschi, riguarda nove brani celebri come “Männer” e “Über den Wolken”. È la prima decisione in Europa che impone un risarcimento a un’azienda di intelligenza artificiale per l’uso non autorizzato di opere musicali.

La giudice Elke Schwager ha respinto la tesi di OpenAI secondo cui la responsabilità degli output spetterebbe agli utenti. Secondo il tribunale, i modelli linguistici dell’azienda influenzano direttamente i risultati generati, e la memorizzazione o riproduzione di testi protetti costituisce una violazione del copyright.

OpenAI ha dichiarato di non condividere la decisione e di star valutando i prossimi passi. La sentenza potrebbe però aprire un nuovo fronte per la regolamentazione europea dell’IA generativa, specialmente per le opere artistiche. GEMA rivendica un sistema di licenze che riconosca un compenso equo ai creatori dei contenuti utilizzati per addestrare i modelli.

implementata la funzione dark mode , tasto in basso a destra

Slow Horses

Una serie che adoro e ho adorato. Credo ci sia una nuova stagione da vedere. Devo verificare. Però, a parte questo, credo che Gary Oldan sia adorabile e immenso in questa serie, e anche in questo selfie.

Gary Oldman e Kristin Scott Thomas – Slow Horses

Instagram da seguire

Alexey Kondakov è un artista ucraino noto per le sue opere digitali che fondono pittura classica e vita contemporanea. È diventato famoso per una serie di fotomontaggi in cui inserisce personaggi dei dipinti rinascimentali e barocchi in scenari quotidiani — come autobus, metropolitane, bar o strade di Kiev. Qui il profilo IG

I social

È vero, spesso i social sono tossici. Poi ogni tanto capita di vedere un video come questo e tutto appare più bello.

La Finlandia insegna l’AI a tutti

Nel 2018 la Finlandia ha lanciato Elements of AI, un corso gratuito online creato dall’Università di Helsinki e da MinnaLearn per spiegare l’intelligenza artificiale in modo semplice, accessibile a chiunque. L’obiettivo era formare almeno l’1% della popolazione: su 5 milioni di abitanti, dopo diversi anni più di un milione di persone nel mondo lo hanno seguito. Una cifra impressionante, che ha trasformato un piccolo Paese nordico in un laboratorio mondiale di alfabetizzazione digitale.

La filosofia finlandese è stata chiara fin dall’inizio: non spaventare, ma sensibilizzare. Non creare barriere, ma curiosità. Mentre altrove si discuteva di limiti, divieti e rischi, la Finlandia puntava sulla conoscenza come miglior forma di protezione. Capire come funziona l’intelligenza artificiale, anche senza essere programmatori, significa partecipare con consapevolezza alle trasformazioni del presente.

Oggi Elements of AI è disponibile in oltre venti lingue, tra cui l’italiano, grazie a una collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale e l’Università Roma Tre. Il corso si segue online, è gratuito e non richiede competenze tecniche: sei capitoli che spiegano cosa sia l’AI, come si applica, e quali implicazioni sociali porta con sé.

Per iscriversi basta andare su elementsofai.it. È un modo concreto per capire l’intelligenza artificiale senza paura, come ha insegnato la Finlandia: non servono leggi che vietano, ma cittadini che comprendono.

Ascoltando molti podcast sto notando che ci sono tante pubblicità di psicanalisi online e investimenti in criptovalute. Non lo so, ma questa accoppiata mi ha fatto sorridere se penso al target di queste panificazioni.

Amazon si crede Fernanda Pivano

Amazon ha introdotto un nuovo strumento basato su intelligenza artificiale capace di tradurre libri Kindle in diverse lingue in modo quasi immediato. Il sistema è pensato per editori e autori indipendenti che vogliono raggiungere nuovi mercati senza dover attendere traduzioni manuali. L’obiettivo è ridurre tempi e costi, mantenendo la coerenza stilistica del testo originale.

Il nuovo servizio sarà integrato direttamente in Kindle Direct Publishing, la piattaforma di autopubblicazione di Amazon. Gli autori potranno scegliere se affidarsi alla traduzione automatica o combinarla con una revisione umana. La fase di test ha mostrato risultati promettenti su romanzi e saggi, ma il livello di accuratezza varia a seconda della complessità linguistica.

Per Amazon si tratta di un passo strategico nel campo dell’editoria digitale. Dopo anni di focus su hardware e distribuzione, la società sembra puntare su strumenti che rendano la produzione di contenuti più veloce e accessibile. Il progetto potrebbe ridefinire la catena di produzione dei libri e trasformare la percezione del lavoro di traduzione.

Resta però una domanda: queste traduzioni riusciranno mai a raggiungere la sensibilità di chi, come Fernanda Pivano con Hemingway o Pavese con Melville, sapeva restituire il ritmo e la voce di un autore? O quella precisione letteraria di Manganelli con Poe, o la grazia di Giorgio Amitrano con Murakami, in cui ogni parola sembra respirare la lingua d’origine?

Piccole auto, grande rivoluzione

In Giappone le kei car non sono solo un mezzo di trasporto, ma un simbolo di efficienza e ingegno. Nacquero nel dopoguerra, quando lo spazio e i costi erano limitati, e da allora sono diventate parte integrante della cultura urbana giapponese. Oggi, tra design minimalista e consumi ridotti, rappresentano un modello di mobilità che molti Paesi guardano con curiosità.

Leggi articolo completo qui

Il Washington Post è stato vittima di un attacco hacker legato alla suite di applicazioni aziendali di Oracle, come riportato per primo da Reuters questo venerdì. Il quotidiano ha confermato di essere stato colpito dalla violazione della piattaforma Oracle E-Business Suite. 

Sul Funzionamento del mio Blog

Di tanto in tanto, è giusto dedicare un articolo a questo blog, o per lo meno a spiegarne il funzionamento. Dato che il numero di visitatori sta crescendo, è probabile che in futuro questo post venga ripubblicato periodicamente.

A questo link troverai una spiegazione completa di cosa offre il blog e della filosofia che lo anima. Nella stessa pagina, avrai a disposizione un comodo strumento di ricerca e l’elenco delle categorie per navigare tra gli argomenti, vi avviso il passato è un po’ incasinato. Puoi raggiungere questa sezione anche cliccando sulla voce “un blog” che trovi nella parte iniziale del sito.

Se premi o clicchi sulla freccia (sempre all’inizio del blog) verrai indirizzato direttamente all’ultimo articolo pubblicato subito sotto. Ovviamente, puoi arrivarci anche semplicemente scorrendo la pagina. L’icona a forma di casetta ti riporta sempre alla pagina principale del blog.

Graficamente sono distinguibili gli articoli, di solito sono composti da circa 200/250 parole, i tweet e le short news hanno invece uno sfondo diverso. Forse ho detto quasi tutto.

Quelli con lo scooter che sembra una moto ma è uno scooter che ha solo l’estetica di una moto ma è uno scooter perché non ha le marce. Ecco, questi tizi al semaforo si atteggiano come se fossero su una moto ma sono su uno scooter. Qualcuno li può avvisare?

Black Rabbit, il ritorno di Bateman

C’è qualcosa di familiare in Black Rabbit, e non solo perché torna Jason Bateman in un ruolo che sembra scritto per lui. L’atmosfera è quella di Ozark mescolata con la tensione visiva e nervosa di The Bear. Il locale notturno diventa una metafora del successo che si sgretola, tra debiti, vecchi rancori e una città che osserva tutto senza muovere un dito. E poi c’è Jude Law che fa Jude Law ma in accoppiata con Bateman ne esce davvero una cosa che merita.

Ho ritrovato con piacere anche Morgan Spector, il volto che ricordavo da Homeland ora con la barba. Qui è più sottile, calcolatore, con quella calma che nasconde potere e manipolazione. È uno di quei personaggi che non fanno rumore ma decidono tutto, muovendo i fili in silenzio.

Ho apprezzato anche la presenza di “Under the Pressure” dei The War on Drugs, che si sente in sottofondo nella scena in cui il pittore cerca di vendere un quadro a Wes ed Estelle nel suo studio. E più avanti, la proiezione di Koyaanisqatsi di Godfrey Reggio, che compare sullo schermo mentre Wes guarda distrattamente le immagini.

C’è qualcosa nello stile, nel modo in cui i dialoghi si incrociano e la tensione cresce, che mi ha ricordato Pulp Fiction: ritmo spezzato, ironia che scivola nella tragedia, e personaggi che sembrano vivere a un passo dal disastro. Black Rabbit non inventa niente, ma unisce linguaggi diversi in modo preciso, elegante, quasi musicale.

Apple lascia online il codice

Due giorni fa qualcuno su Reddit ha notato che il nuovo sito web dell’App Store di Apple era stato pubblicato con le sourcemap attive, cioè quei file che servono agli sviluppatori per risalire al codice sorgente originale del frontend. In pratica, chiunque poteva leggere i commenti, i nomi delle funzioni e la struttura interna dell’interfaccia web, non solo il codice minificato che il browser scarica di solito.

All’inizio molti hanno liquidato la notizia come una curiosità, dicendo che “il codice frontend è sempre pubblico”. Ma le sourcemap non mostrano solo quello: espongono anche riferimenti interni, note di sviluppo e informazioni sull’architettura dell’applicazione. È come se Apple avesse lasciato aperto un cassetto pieno di appunti tecnici su come è costruito il suo negozio online.

Poche ore dopo, il repository GitHub che conteneva il codice scaricato è stato colpito da una richiesta DMCA di Apple. Oltre ottomila fork — cioè copie indipendenti del progetto, create da altri utenti per analizzarlo o modificarlo — sono stati rimossi in blocco. Nessun dato sensibile è stato diffuso, ma l’incidente resta un piccolo promemoria: anche le aziende più attente possono dimenticare un flag di build e pubblicare più del dovuto.

Gemini sta dando ottime soddisfazioni nel coding, così, giusto per dire qualcosa.

Mandani nuovo sindaco di NY

È Zohran Mamdani, il democratico, il nuovo Sindaco eletto di New York! Entrerà in carica per un mandato di quattro anni a partire dal 1° gennaio.

In Cina solo influencer qualificati

Negli ultimi giorni diverse testate internazionali hanno parlato di un nuovo provvedimento della Cina che limiterebbe la libertà degli influencer sui social. Secondo le notizie, chi vorrà trattare argomenti come finanza, medicina, legge o educazione dovrà dimostrare di possedere titoli di studio o certificazioni riconosciute. L’obiettivo sarebbe quello di ridurre la disinformazione e garantire che contenuti su temi complessi vengano prodotti solo da persone competenti. Le piattaforme come Douyin o Weibo dovranno verificare le qualifiche degli autori e segnalare i casi irregolari, pena la rimozione dei contenuti o la sospensione degli account.

Tuttavia, nonostante l’ampia diffusione della notizia, al momento non risulta pubblicato alcun testo ufficiale del regolamento da parte della Cyberspace Administration of China. L’informazione resta dunque legata a fonti giornalistiche e non è possibile verificare in modo diretto termini, sanzioni e tempistiche di applicazione.

Era ora

The beast in me

Claire Danes mi mancava. Dopo Homeland avevo quasi dimenticato la sua capacità di rendere vulnerabile anche la freddezza. In The Beast in Me, su Netflix dal 13 novembre, torna con un ruolo costruito su dolore e ossessione: una scrittrice che, dopo la perdita del figlio, trova ispirazione nella figura sinistra del vicino interpretato da Matthew Rhys. Tra loro nasce un legame inquieto, dove il confine tra curiosità e pericolo si dissolve.

La serie, firmata da Howard Gordon, mantiene il ritmo dei grandi thriller psicologici ma con una profondità più intima. Ogni episodio sembra scavare dentro la mente dei personaggi più che nella trama. Claire Danes riporta sullo schermo quello sguardo instabile, quasi febbrile, che aveva reso Carrie Mathison indimenticabile. È un ritorno silenzioso, ma potente, che ricorda perché certi attori non passano mai davvero di moda. Staremo a vedere.

Kuavo, il primo robot umanoide tedoforo al mondo abilitato al 5G-Advanced, ha fatto la storia domenica durante la staffetta della torcia dei 15° Giochi Nazionali della Cina a Shenzhen. Ha corso circa 100 metri trasportando una torcia da 1,6 chilogrammi.

Allison Janney

The Diplomat

Adoro parlare di quelle attrici che non sono famose come le attrici famose ma a mio avviso meritano attenzione. Allison Janney, nata a Boston nel 1959, è una di queste. Attrice versatile, capace di passare con disinvoltura dal dramma alla commedia, ha raggiunto il successo internazionale con The West Wing, vincendo più Emmy. In seguito ha interpretato la madre disfunzionale in Mom, e ruoli intensi in film come I, Tonya — che le è valso l’Oscar — The Hours, Juno, American Beauty e The Help. Recentemente è tornata a sorprendere nel thriller The Diplomat, confermando la sua bravura e la mia attenzione.

The West Wing

Siri ci ritenta


La Siri che conosciamo sta cambiando. Speriamo. Il prossimo modello arriverà indicativamente tra marzo e aprile 2026 e sarà alimentato da un motore IA esterno: Gemini di Google. Non si tratta di un’unione tra i servizi Google e Apple: Siri manterrà l’interfaccia Apple ma sfrutterà, dietro le quinte, il modello Gemini per elaborare richieste e dati.

Apple ha deciso di affidarsi a questo modello custom sviluppato per i suoi server privati. L’obiettivo è far sì che Siri possa finalmente gestire interrogazioni avanzate, ricerche web e risposte contestuali, con un salto di qualità che arriverebbe con ritardo.

Resta da vedere come reagirà il pubblico: Apple stessa avverte che non c’è garanzia che questa nuova versione risalvi la pessima reputazione di Siri. Il vero test sarà nell’uso quotidiano, dentro la nostra routine. Stareremo a vedere.

Tchéky Karyo

Tchéky Karyo è stato uno di quegli attori che attraversano generi e decenni con naturalezza. Nato a Istanbul nel 1953 e cresciuto a Parigi, era diventato uno dei volti più riconoscibili del cinema francese e internazionale. Negli anni Novanta si impose con La Femme Nikita di Luc Besson, dove interpretava Bob, la figura enigmatica e glaciale che addestra la protagonista. Poi arrivarono The Patriot accanto a Mel Gibson, Bad Boys con Will Smith, e GoldenEye, in cui fu l’agente russo Dmitri Mishkin. Karyo aveva un talento per i personaggi silenziosi, complessi, spesso divisi tra autorità e umanità. Negli ultimi anni il pubblico britannico lo aveva riscoperto grazie alla serie The Missing, e soprattutto nello spin-off Baptiste, dove la sua interpretazione di un investigatore segnato dal tempo aveva conquistato la critica. Era anche un musicista raffinato, autore di canzoni folk e colonne sonore. La sua carriera era fatta di sfumature più che di protagonismi, di sguardi più che di parole. È morto il 31 ottobre 2025, a 72 anni, dopo una lunga malattia, lasciando un vuoto discreto ma profondo nel cinema europeo.

Instagram da seguire

https://www.instagram.com/hana.katoba

Ho trovato questo account sulla timeline, mi é apparso con questo reel. Una serie di video che ho adorato. The sleeper’s window. Impossibile non seguirlo.

Cose Vere, Cose Finte: Come si Fa a Capire?


Certo, i video fatti con l’IA, come quelli di Sora, hanno un loro segno distintivo: una filigrana. Un piccolo logo nell’angolo. Ma non illudiamoci, è già roba vecchia. C’è chi la taglia via come si fa con il bordo bruciato di una foto. Un altro indizio, per ora, è la durata: sono clip molto brevi, massimo dieci secondi. E un esperto, uno che ci capisce, dice che se un video sembra perfetto, roba da cinema, potrebbe essere falso. L’IA ha imparato a lavorare proprio guardando i film e le serie TV che girano in rete. È il suo manuale.

Nei miei tentativi, ho beccato i video generati con l’IA a fare degli errori da principiante. Nomi di ristoranti scritti malissimo. O le labbra che si muovono un secondo dopo la voce. Sono come piccole crepe nel muro, per ora. Ma non dureranno. Un professore di Berkeley, Hany Farid, dice che ogni “trucco” per scoprire un falso è destinato a morire presto. La tecnologia corre troppo. È una gara che non si può vincere con i vecchi metodi.

Farid ha usato parole forti: “I social media sono una vera e propria discarica.” Il messaggio è chiaro. Se vuoi stare davvero al sicuro, se vuoi evitare i video fasulli che circolano, il suo consiglio è estremo: smetti di usare app come TikTok, Instagram e Snapchat. Forse non è una soluzione che piace, ma è la più onesta. La verità, oggi, non è solo difficile da trovare. A volte, è meglio non cercarla proprio su quegli schermi.

Dal 1° gennaio 2026 gli esercenti dovranno abbinare i registratori telematici ai terminali POS o altri strumenti di pagamento elettronico come Satispay.
Non è richiesto un collegamento fisico: basterà accedere all’area riservata dell’Agenzia delle Entrate, scegliere il registratore già in Anagrafe Tributaria, selezionare lo strumento di pagamento elettronico comunicato dall’operatore finanziario e completare l’associazione.

Il 10 novembre twitter.com non sarà più raggiungibile. Ci sarà x.com. La fine di un’epoca. Lo so, già da tempo non è più Twitter, però la chiusura di quel dominio fa. Mi domando se poi sarà in vendita, però non credo, ci sarebbe subito qualcuno che rifarebbe Twitter. Non ho idea quanto sia protetto quel nome e quel marchio, ma immagino lo sia parecchio.

l’invasione dei contenuti sintetici


La differenza/contrasto tra contenuti generati dall’AI e quelli originali è il tema del momento. In un futuro ormai vicino, i video e le foto che scorrono sui nostri schermi e generati da AI saranno sempre più perfetti, costruiti da algoritmi AI capaci di imitare ogni dettaglio della realtà.
L’intelligenza artificiale potrà creare voci, volti e dialoghi così credibili che presto faremo sempre più fatica a capire se ciò che guardiamo o ascoltiamo è un contenuto originale o generato da da AI. L’AI sta cancellando il confine tra contenuto originale e quello artificiale (sintetico), in molti casi la differenza nei prossimi mesi-anni sarà impercettibile. Video, canzoni, perfino interviste potranno sembrare autentiche, anche se nessuno le ha mai realmente vissute o pronunciate. In questo periodo sto seguendo su IG una cantante generata da AI, i brani musicali che pubblica mi piacciono molto. Ammetto però che nei primi secondi, quando l’ho trovata sulla mia timeline, non ho capito subito fosse AI.

Forse il confine/conflitto tra contenuto originale “reale” e artificio non nasce però con l’AI. Esisteva già, da quando abbiamo iniziato a passare ore davanti a uno schermo: la televisione, i social, le foto ritoccate, i reel. Quella non è non mai stata realtà. Pensiamo anche solo un attimo alle foto ritoccate con i filtri e Photoshop. Erano e sono immagini della realtà? Guardare il mondo da un display era e resta un’esperienza da sempre mediata, diversa da quella che si vive con il corpo, con la presenza.

I contenuti generati dall’intelligenza artificiale accelereranno un bisogno di realtà? Ci sarà un momento dove i contenuti sintetici sui social generati da AI supereranno quelli “originali” e forse tutto quel scrollare diventerà terribilmente noioso.

Quindi, se ci fermiamo un attimo a riflettere, è da tanto tempo che scrolliamo sui social una “realtà filtrata”, quella che passa comunque da un device — smartphone, tablet, computer o televisore — e non quella che viviamo davvero. Forse il risultato di tutto questo processo, con contenuti sintetici in aumento, annoierà terribilmente, forse farà riscoprire il valore del contatto umano, delle voci vere, delle serate davanti a una pizza. Forse ci allontanerà da uno schermo che ci mostrerà troppi contenuti sintetici. Ho detto forse.

Mercoledì, Nvidia è diventata la prima società al mondo a raggiungere una capitalizzazione di mercato di 5mila miliardi di dollari. La società di microchip statunitense ha registrato una crescita rapida: da 1.000 miliardi di dollari a giugno 2023 a 4.000 miliardi a luglio 2023, e ora a 5.000 miliardi. Apple e Microsoft seguono con una capitalizzazione di mercato di circa 4.000 miliardi di dollari.

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