Spotify tradisce i morti

Spotify ha fatto una cosa disgustosa. Ha pubblicato canzoni fake generate dall’intelligenza artificiale sulle pagine ufficiali di artisti morti come Blaze Foley e Guy Clark. Senza chiedere permesso a nessuno. Né agli eredi, né alle case discografiche. Il brano “Together” è apparso sulla pagina di Foley nonostante sia morto nel 1989. Voce generica, immagine dell’IA che non gli somigliava nemmeno.

Craig McDonald di Lost Art Records, che gestisce il catalogo di Foley, ha subito capito che era una truffa. “Non somiglia per nulla allo stile di Blaze”, ha detto. I brani arrivavano dalla piattaforma SoundOn di TikTok prima di essere segnalati e cancellati per contenuti ingannevoli.

Il problema è più grosso di quanto sembri. Su YouTube ci sono 1,63 milioni di cover generate dall’IA che fanno perdere oltre 13,5 milioni di dollari agli eredi degli artisti morti. Le piattaforme di streaming sono vulnerabili e l’intelligenza artificiale può ingannare chiunque. L’autenticità della musica nell’era digitale è a rischio.